BIOGRAFIA
Rosario nasce il 7 ottobre del 1980 a Paternò in provincia di Catania.
Suona il pianoforte (e le tastiere) e ama la batteria e il ritmo in generale.
La sua musica è una sintesi di sonorità jazzistiche, elementi di prog-rock, textures sonore cinematografiche e linee classicheggianti.
L’ingresso di Rosario nell’universo della musica avviene intorno ai 10 anni, per via di un regalo – la diamonica Bontempi – da parte del papà, musicista cronico, anche se per diletto. Su quella tastiera inizia già a comporre i primi frastuoni.
Negli stessi anni, siamo nel 1990-91, Rosario si iscrive anche nella banda del paese (Centuripe, Enna) optando per il sassofono, occasione che gli permette sin da subito di leggere lo spartito ed imparare a suonare con gli altri, oltre che di guadagnare qualcosa. In un certo senso entra già nel mondo del professionismo musicale. Quello spicciolo.
Fino all’età di 21 anni i due strumenti corrono insieme a lui verso quell’abbaglio che si chiama musica, attraversando generi e situazioni musicali eterogenee. Dalla musica sinfonica a quella da processione – anche funebre – col sax, arrivando fino al rock, al metal, al pop e al prog con le tastiere e la batteria. Questo fin quando il pianoforte non prende il sopravvento.
Nel frattempo un’altra passione fiorisce; quella per la psicologia, che lo avrebbe condotto su strade diverse se scelta come carriera. Ma il pianoforte e la musica ancora una volta hanno la meglio.
Rosario, avendo scoperto Chick Corea, Keith Jarrett, Bill Evans e Bach in principio, e rimanendone folgorato, si iscrive prima all’Università della musica e dopo al Saint Louis college of music di Roma, dove studierà pianoforte jazz e arrangiamento per 3 anni con i maestri – e grandi musicisti – Riccardo Fassi, Andrea Beneventano, Pierpaolo Principato, Claudio Colasazza e Roberto Spadoni, oltre che musiche da film con Gianluca Podio.
Sono anni di intenso studio, jam sessions e gavetta musicale, che si concluderanno con la vincita di una borsa di studio per i seminari di Alto perfezionamento in jazz presso Siena nel 2005.
Tentato pure dalla carriera universitaria, nel 2006 Rosario si iscrive all’Università Kore di Enna, dove conseguirà poi – nel 2010 – la laurea triennale in DAMS. Nella stessa università intanto tiene un concerto conferenza sul tema “Musica e cinema”. Ma qualcosa si agita nel frattempo, all’interno. La spinta alla creatività, ossia quella sua naturale predisposizione alla composizione musicale, da sempre presente, che sfocia nel primo disco in piano solo Mediterraneo.
Nel segno del Mediterraneo – il mare – inizia nel 2008 anche l’esperienza saltuaria come pianista presso la compagnia di navi da crociera MSC. Esperienza che lo condurrà all’incontro, tra i tanti, di Frank La Capra, ottimo musicista e compagno di viaggio, con cui registrerà nel 2016 – con Pasquale Fiore alla batteria – il disco Overboard, il cui titolo fa da contrappunto al periodo trascorso on board.
Sono quelli gli anni in cui Rosario di districa tra studi all’università, musica e viaggi.
Una breve ma felice parentesi è da considerare quella della “scrittura” come resident pianist presso il Crooner Swing Club di Genova (2011).
Nel 2012 fa la conoscenza di un altro personaggio importante per la sua carriera, William Grosso, il cui sodalizio lo porta l’anno seguente al Black Theater di Duarte (Los Angeles), dove guadagna il Music Appreciation dal sindaco del distretto. Con William, Rosario imbraccia un progetto ambizioso dal titolo L’Opera è jazz, che culminerà nell’incisione del disco omonimo nel 2019.
Negli anni Rosario ha anche seguito masterclasses (con Enrico Pieranunzi, Gianluca Podio, Dominic Miller) e frequentato un corso di musicoterapia con il Prof. Fulvio Rusticucci (Metodo Rusticucci per bambini, “sistema filosofico” di insegnamento della musica).
Il “cassetto” di Rosario è pieno di musica originale, in parte utilizzata e in parte no.
Ricordiamo qui le composizioni per film muti: Feet of mud con Harry Langdon, His royal slyness con Harold Lloyd, In the park di e con Charlie Chaplin, in occasione del festival Strade del Cinema di Aosta del 2006 e 2007.
Tra i posti in cui si è esibito vale la pena ricordare: La Palma jazz, Teatro Eliseo e Alexander Platz (Roma), Zo Centro Culture Contemporanee, Palazzo della cultura e Teatro Tezzano (Catania), Cattedrale di Ragusa, Auditorium dell’università Kore (Enna), Tatum Art (Palermo), Duarte Black Theater (Los Angeles), Le Cave du 38, Sunset-sunside, Duc des Lombards, Maison des Etats-Unis, Maison d’Italie (Paris), FoirExpo (Orléans, Paris).
Musicista appassionato e studioso versatile, diviso tra la pratica e lo studio delle “ragioni” della musica, Rosario si è da sempre approcciato alla musica e all’arte in generale in maniera trasversale, con uno spirito libero e curioso e con la sola idea che questi ambiti non conoscono limiti né barriere di nessun tipo.
Recente sua esperienza di studio e di vita è quella relativa al periodo parigino. Nel 2017, infatti, Rosario si trasferisce nella capitale francese, da sempre idolatrata, in occasione di un partenariato tra l’Università di Palermo e Sorbonne Université, dove consegue un Master in Musique et Musicologie.
L’alto livello sia dell’istruzione che dei musicisti nella capitale sono un forte stimolo per fare di più e sempre meglio. I concerti che fa, le jam sessions in cui s’imbatte e le ricerche universitarie conducono Rosario alla stesura del saggio “La jam session come modello interpretativo del jazz”, che sarà poi tesi di laurea. Significativi, a questo proposito, l’incontro con il professore e musicista Laurent Cugny e con il musicologo Vincenzo Caporaletti che aprono un varco verso nuove strade e nuovi significati della musica.
Sul fronte musicale tout court il clima cosmopolita della capitale francese allarga le vedute e il bagaglio espressivo di un musicista che già, in germe, ha una natura caleidoscopica.
La musica che Rosario scrive oggi è sicuramente influenzata dall’energia e dal fermento di quegli anni, ma è soprattutto il frutto di tutte le cose che avete sentito in questa narrazione. Una musica che guarda al mondo, con gli occhi curiosi di un bambino, senza giudicare, ma che rimane fedele a sé stessa. Per sempre.
